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      Neppure i mezzi, onde si valse per condurre a fine sì grande impresa, vanno soggetti a grave sindacato; giacchè appena è biasimevole la dissimulazione ch'ei seppe per qualche tempo tenere, e la quale, nel caso suo, era assolutamente necessaria. Ei non godeva la confidenza di quel bifronte, sedicente ed usurpatore Parlamento, cui balzò di sgabello; perciò non poteva tradirlo. Negò persino di spingere una tale dissimulazione sino a prestare il giuramento d'abiurare il Re. Nullameno confesso che il reverendo dottor Douglas mi ha mostrato una lettera, trovata nelle carte di Clarendon, tutta di pugno di Monk, e diretta a sir Arturo Haslerig, che contiene le più calde, e quindi, nel cuor suo, le più false proteste di zelo in favore della Repubblica. Per verità, duole assai che un così degno e schietto uomo debba una volta essersi trovato nella necessità di spingere cotanto innanzi la dissimulazione. Il casato de' Monk s'estinse col figlio del Generale."
      Ecco pertanto come uomini di Stato e politici solenni giudicarono di Giorgio Monk, lo esempio del quale mi piacque con lunghezza riferire, non già perchè mi attagli, parendomi le sue dissimulazioni troppe, e troppo profonde: onde mi riesce difficile a credere, che fossero tutte costrette dalla necessità, e qualcheduna non ne usasse per compiacere al suo genio.
      Ancora, (e non importa che ne faccia protesta, perchè tutto il mondo lo conosce a prova) a operare come feci mi mosse non cupidità di comodi privati, bensì il rispetto che professai sempre al voto, che mi parve ed era universale nel 1849 nei miei compatriotti; e lo amore di figlio che porto al mio diletto Paese mi persuase a procurargli il maggiore bene che per me si potesse, quantunque con gravissimo carico mio; onde io spero con troppo migliore ragione meritarmi il nome di ONESTO, che pure tributarono i contemporanei al Soldato inglese: chè se nel naufragio della mia vita mi sarà concesso uscire alla riva sopra questa tavola sola, e me lo assentirà la benevolenza degli uomini probi, ciò recherà qualche conforto ai miei lunghi, atroci e non meritati travagli.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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