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      Mancavo di potere immediato, perocchè, verun corpo di guardie stanziando alla Camera, dove io non avessi preteso stringere con una mano sola i tre colli dei Municipali, non si sa davvero comprendere come gli avrei potuti arrestare; e se non avevo armi allora, peggio era da aspettarmi nel seguito, dacchè, trovato modo in mezzo a cotesto trambusto d'interpellare il Generale Zannetti intorno alle disposizioni della Civica, n'ebbi in risposta: nella massima parte sembrargli decisa ad appoggiare il Municipio.
      Da siffatta scienza, in quel punto e non prima di allora acquistata, - insieme alla ignoranza di cotesto caso, espressa parlando al Maggiore Diana, e scrivendo al Maggiore Basetti, - non meno che dalla contemporanea notizia del convenuto fra l'Assemblea e il Municipio di concertare le provvidenze per la salute della Patria, imparai che mi era stato ritirato il potere, e che ormai poteva sperarsi che ladronecci non sarebbero successi, omicidii non rinnuovati; insomma il motivo, temuto reazionario ed anarchico, diventava politico, e tendente al fine, che fra tre giorni ancora, in virtù di solenne deliberazione dell'Assemblea Costituente, avrebbe conseguíto pacificamente il Paese.
      Esaminiamo i tre deposti. - Quello del Conte accenna a cosa non presente, bensì da farsi in futuro, e sotto due condizioni: la prima, che le cose sostassero; la seconda, che agli adunati piacesse. Quello del Brocchi spiega una propensione, non volontà determinata, a operare cose presenti, o future. Quello del Venturucci dichiara: volontà portata all'atto.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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