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      I Direttori del 12 aprile, tolta in mano la sommossa, l'avvivarono, l'atteggiarono, le diedero moto, le diedero, affetto(740) la vestirono di tutte le speranze del tempo, con i timori del tempo e degli uomini la fasciarono, l'afforzarono con tutte le previdenze e con tutti gli apparecchi di lunga mano raccolti; ed avendola assunta alla dignità di Restaurazio
      ne Costituzionale trovarono quaggiù favorevoli tutti, dissidenti pochissimi o nessuno. Ora provano la ingratitudine; ed io invece di rallegrarmi con empia gioia, e dir loro: qual seme gittaste, tal messe raccogliete; piango con essi i nostri non degni destini; e Dio, che vede i cuori, sa se io avrei mosso neppure un lamento per lo strazio disonesto a cui mi hanno condotto, se oggi, mercè loro, la Patria comune andasse consolata delle benedizioni, che essi le promettevano.
      La sera il conte Digny non mancava al convegno, e con esso venne il Generale Zannetti; e l'uno e l'altro, come Mandatarii speciali del Municipio e della Commissione Governativa, dicevano con accomodate parole: fossi contento esulare, tanto che fossero quietate le cose, in estero paese. Ma sentiamo un po' il Generale Zannetti come racconta il fatto: "ELLA M'INVITA" (così rispondeva l'uomo di coscienza cristiana al Processante), "ELLA M'INVITA A TORNARE SOPRA UNA GIORNATA DELLA QUALE IO DOVRÒ RAMMENTARMI, PERCHÈ, CONTRO MIA VOLONTÀ, È VERO, MA PURE IN QUEL GIORNO ANCHE IO DIVENTO COMPLICE DI MANCATA PAROLA. - MI SPIEGO: NELLA SERA DEL 12 APRILE RIUNITASI LA NUOVA COMMISSIONE GOVERNATIVA, FRA LE VARIE E MOLTE RISOLUZIONI CHE ELLA PRESE, FU PURE QUELLA DI ALLONTANARE DA PALAZZO VECCHIO IL SIGNOR GUERRAZZI, E SICCOME PAREVA ALLA COMMISSIONE MEDESIMA PRUDENZIALE PROVVEDIMENTO, CHE IL SIGNOR GUERRAZZI SI ALLONTANASSE DALLA TOSCANA, E DUBITANDO CH'EGLI NON VOLESSE ACCETTARE, LA COMMISSIONE INCARICAVA IL SIGNOR DIGNY E ME DI COMUNICARE QUESTO PROGETTO AL SIGNOR GUERRAZZI ED INVITARLO AD ADERIRVI; ED INVERO IL SIGNOR GUERRAZZI NON ESITÒ UN MOMENTO AD ACCETTARE LA PROPOSIZIONE DI UN PASSAPORTO PER USCIRE DI TOSCANA, PERCHÈ, EGLI DICEVA: IN QUALUNQUE LUOGO DI TOSCANA IO VADA, SE PER SORTE SUCCEDE QUALCHE MOVIMENTO, SARÒ IO LO INCOLPATO. ALLORA, IN ADEMPIMENTO DELLA COMMISSIONE RICEVUTA, IL SIGNOR DIGNY ED IO DICEMMO AL SIGNOR GUERRAZZI CHE SAREBBE PARTITO NELLA NOTTE CON PASSAPORTO PER L'ESTERO."


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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