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      Però io non posso concludere, nè debbo, senza richiamare l'attenzione del mondo civile sopra due punti principali. Incominciando io dalla parte con la quale termino, avrei dovuto dire: - 1° sorta la necessità del Governo Provvisorio, gli atti che operai per la salute pubblica, a giudizio dei Savii universale, vanno immuni dal titolo di lesa maestà; ed è soltanto in offesa manifesta delle dottrine comunemente accettate, che i Giudici hanno loro attribuito un carattere, che non hanno e non possono avere: 2° per patto espresso non si poteva attentare alla mia libertà, perocchè la mia prigionia desuma la sua origine dal tradimento; e se i Partiti scapigliati sono capaci di queste e di bene altre ignominie, un Governo regolare non può per religione, per fede e per dignità, giovarsene; ma sì all'opposto conviene che quanto in suo nome fu promesso, procuri che lealmente e dirittamente si mantenga.
      Io ho voluto riserbare queste ragioni per ultimo, non parendo dicevole alla integrità mia opporre eccezioni perentorie; adesso poi che di punto in punto, se pure io non m'inganno, sono venuto giustificandomi, non mi pare vergogna valermene, e me ne valgo. Mantenete il patto. La Italia ricorda un'altra capitolazione tradita, e ancora Inghilterra la rammenta; imperciocchè, se mai favellando di Nelson ammiraglio tu pronunzii il nome di Trafalgar, non vi sia Inglese di cui gli occhi non balenino di nobile orgoglio; ma dove ti venisse fatto susurrare quello di Napoli, non troverai Inglese che non abbassi al suolo sbigottito la faccia(753).


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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