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      Addio.
      10 gennaio 1849.
      GUERRAZZI."
     
     
     
      B
     
      VIII. Di una insinuazione dell'Atto di Accusa, che mi dà luogo a chiarire le sofferte ingiurie per parte della Polizia. - Pag. 75.
     
      Questo Partito.... da me ardiva pretendere un atto di contrizione delle colpe commesse, poi si contentava di un atto di fede, che gli servisse di modello per confrontarvi in ogni tempo la mia futura condotta.... Intanto il Governo, liberati i compagni della mia prigionia, riteneva me, che avevo dichiarato non volere uscire, dove alla mia fama non si desse convenevole riparazione.
     
      Delle trattative intorno a tale argomento, degli artifizii del Partito avverso, delle premure degli amici, onde il signor Guerrazzi uscisse finalmente del carcere, porgono testimonianza diversi Documenti, dei quali basteranno al lettore le due Lettere che qui riportiamo.
     
      Amico Carissimo.
      Avrei desiderato ricevere altre lettere da te, per aver notizie di tua salute. - Sento, è vero, con piacere, che sei sano, grazie alla tua coscienza e filosofia; ma ben sai che i caratteri di un amico sono cari agli occhi, e più al cuore.
      Ogni giorno si dice che vieni: pure io dubito, che il tuo ritorno possa ritardare ancora. Corre voce, che qui vogliano accoglierti con festa, e mi dispiace, perchè così facendo si potrebbe forse recare danno alla città ed a te. - Io dico a tutti coloro che si chiamano amici tuoi, che si astengano da qualunque dimostrazione clamorosa, e ti lascino, per così dire, passare inosservato; ma non sono essi che bisogna trattenere; è la plebe, e con quella mal si ragiona.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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