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      Repubblicano per tutta la vita, se poteva credersi ai suoi scritti, e tirato anche forse più al demagogo che al repubblicano, allorchè giunto al Potere ebbe modo di far proclamare la Repubblica, non volle(773); allorchè gli fu dato di unificar due provincie assecondando i voti del Popolo, egli, che unitario e entusiasta del Popolo si era detto, bramò persistere in una disunione insensata(774). Avviluppato dalla Diplomazia, che, non avendo concetti politici, formula nel temporeggiare tutta la sua scienza, egli che scritto avea le pagine dell'Assedio di Firenze, e vilipeso a quanti assumono il mandato di Rappresentanti di Re o di Corti, caduto era nelle reti di un ambasciatore che giudicava colle istruzioni che riceveva dalla distanza di mille miglia dei bisogni e dei provvedimenti che dovevano adottarsi per un Popolo(775). Fatto propenso al Piemonte del quale non era mai stato ammiratore, la Repubblica Romana era divenuta per esso come uno spino, e quello spino vieppiù gli era infesto allorchè gli si parlava di Unificazione(776).
      Qual era il concetto di quell'uomo? Lo si può indagare traverso alle oscillazioni della sua condotta. Egli aveva poca fede nella Rivoluzione, niuna nei resultati ch'essa si era proposti. Per esso la questione era di rendersi necessario a tutti i Partiti, e reggere col Positivismo che affettava le sorti del Paese di cui stava a capo(777). Non volendo offendere il Piemonte prima della Battaglia di Novara col mostrare di aderire a Roma, perchè più dell'entusiasmo del Campidoglio apprezzava le baionette piemontesi, dopo la disfatta del Piemonte persistè a non volere unificare la Toscana con Roma, perchè reputò quello il solo mezzo ad evitare un intervento forestiero(778). Non vedendo come, dopo Novara, non vi fosse più che da inalzare il grido di Francesco I a Pavia: Tutto è perduto, fuorchè l'onore, - egli l'onore ancora volle mettere a repentaglio, e lo perdè miseramente(779). Errore incompatibile in Uomo di Stato, contraddizione a tutta una vita che celebrato avea sempre la gloria e le virtù del sagrifizio, egli credè possibile una Restaurazione senza soldati conoscendo i sentimenti del suo Popolo, egli antepose alla gloria di vivere o morir coi Fratelli il miserabile egoismo di salvarsi solo in mezzo all'esizio universale(780).


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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