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      Non sappiamo nulla di positivo della Toscana; correte però presto a liberarci, che le tiranniche violenze di questo piccolo despota ci sono insopportabili.
      Dispaccio telegrafico del Prefetto di Lucca del 18 febbraio: "Il Vicario che oggi mi scrive era impedito ieri, perchè guardato a vista; - non posso sapere il vero stato delle cose, perchè a Massa e Carrara Laugier esercita potere sovrano e dittatoriale, a quanto si dice."
      (462) Le corrispondenze officiali, di queste mene non tacciono. La Sentenza della Corte Regia di Lucca del 4 giugno 1880 dichiara: "Attesochè altri non manchino i quali affacciano il sospetto, che fra i segreti agitatori delle campagne alcuni vi fossero avversi a un tempo alla democrazia e alla Dinastia Lorenese, e coltivassero la occulta mira per ricondurre il già Ducato di Lucca a condizione di cose impossibile;" - ma più esplicitamente i Giornali dei tempi intorno alle mene pei Piemontesi.
      Il Popolano del 15 febbraio 1849 così allarma il Governo Provvisorio con le sue corrispondenze lucchesi, che in sostanza erano vere: "A Lucca pure i fervidi patriotti perdon coraggio per la fiacchezza del Governo, che sembra volontario ficcarsi negli occhi le dita per nulla scorgere di quanto gli succede dattorno. Note di adesione al Governo Sardo circolano sempre per la città, e diecimila Piemontesi sono alle frontiere, presso Sarzana, desiderosi di porre il suggello del fatto compiuto alla perfida macchinazione della trista combriccola della Riforma, foglio svergognato e venduto, a cui, nei tempi che corrono, e nel bisogno di unione e di quiete interna che supremo impera, non dovrebbe bastare lo invocare la libertà della stampa per proseguire nelle sozze sue opere; e come austriaco, e come traditore della patria, esser dovrebbe messo fuor della legge, e condannato alla pena dei facinorosi.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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