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      Qui Guerrazzi gli dice:
      voi già sapete, che io vedeva volgere le cose alla Restaurazione" (il Brocchi non concorda; egli ha inteso, che le mie parole suonavano: "tutti lavorammo nel senso della Restaurazione"); "la vostra grande difficoltà è Livorno; io posso accomodare ogni cosa; potreste mandarmici per interino;" ma egli avendo risposto evasivamente, io soggiungo: "ho rubato tanto, che non ho un quattrino, e ve lo dico per vostra regola...;" però dichiara non potere asserire di ripetere le precisissime parole. - E fa bene ad avvertirlo, perchè sono parole ebbre coteste sue. - Più oltre nel recarsi in Palazzo con tutti i Colleghi seppe, che il Guerrazzi desiderava vederlo in serata. - Più oltre dichiara: "Essere un fatto che il Guerrazzi, e gli altri, che volevano indurre il Municipio a concertarsi coll'Assemblea, si appoggiassero specialmente sul bisogno dello appoggio (sic) dei Rappresentanti di tutte le Popolazioni toscane per essere riconosciuto da esse, ed in questa idea (e non può reputarsi cattiva) avere il Guerrazzi ed altri Deputati composti varii progetti di Proclami; ritenere forse il Guerrazzi per richiesta le parole che io dissi: - fate se credete nuove proposizioni." E se vuolsi conoscere per confessione sua propria quale sia la fede di questo Conte, basta considerare quanto non dubita raccontarci più oltre, e confrontarlo con le parole superiormente trascritte: "facevo sentire difficile una transazione: - del resto io rammento benissimo che io andava per la seconda volta in Palazzo, con la certezza che nessuna transazione sarebbe accettata.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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