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      AN. G. A.
     
      Io promisi un giorno dedicarvi questa opera mia. Da quel giorno in poi voglie, costumi voi avete mutato ed affetti. Io mi mantengo tenacemente lo stesso. E mentre in questo modo soddisfo all'ultima promessa che vi ho fatto, io spero, e non invano, che la vostra coscienza sia per domandarvi: E tu come adempisti i tuoi giuramenti? - Addio. -
     
      L'Autore.
     
     
     
      INTRODUZIONE
     
     
      .......Fermamente credoChe gli estinti dei vivi
      Sién più felici; e molto più i non nati.
      Che non videro i maliChe stanno sotto il sole.
      Cleop., trag. del card. DELFINO.
     
      Sei sola anima mia: non mentire a te stessa; - leva la voce e prorompi in un lamento. La pazienza! Oh! la pazienza è cosa dura e conviene meglio alla groppa del somiero che all'anima, dell'uomo: converti dunque in flagello questa catena spirituale e percuotila in volto ai tuoi oppressori. I potenti della terra hanno flagelli di ferro, ne hanno ancora di scorpioni(1): tu adopra il tuo di pazienza offesa. - Ardisci! A David valse la fionda, nè i tuoi nemici sono giganti, o il sono di stoltezza soltanto. - Tu già non ti duoli per impeto d'ira o per debolezza codarda, ma perchè una condanna di sventura più e più sempre si aggrava sul capo della stirpe destinata a morire. Quando lo stoico alza la faccia dicendo: Non piansi mai, - mentisce a sè stesso. Perchè non isgorgò la lacrima dal cavo de' suoi occhi, affermerà il superbo non avere mai pianto? Forse sotto la superficie gelata di un fiume scorrono le acque meno rapide al mare? Tutto piange quaggiù, e la natura stessa versa un pianto quotidiano sulle miserie della creazione con le rugiade dei cieli.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869, pagine 1163

   





Autore David