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      Mi attristai nel profondo, considerando come gli uomini, la natura e tutto congiurassero in danno del debole: pensai l'oceano anch'egli fosse lusinghiero del potente, e il mio spirito fu dipartito dal mare.
      Conobbi la fiera dal sembiante umano: erano le sue imprese la calunnia delle altrui virtù, interpretava come oltraggi i consigli di amore, si tormentava l'intelletto per ravvisare nel benefizio una offesa onde trarne argomento di ricompensarlo con l'odio; vituperò come misfatti i voti più puri dell'anima ardente in fiamma di carità, chiamò la scienza dei grandi follia, avvelenò affetti santissimi, punì il pensiero, insidiò vite e le spense; uguale rimaneva pur sempre l'amico stendere della mano e il sorriso soave e la parola cortese e l'umile invocare dell'Eterno... Io vo' vederti il cuore, o creatura perversa! E un giorno pure ebbi tra le mani un cuore. Egli mi apparve di fuori lucido e liscio, sì che quasi affascinava a vagheggiarlo. Lo tagliai per ispiarne l'interno. Oh! chi descrive la serie infinita delle fibre che vanno l'una confondendosi nell'altra? Chi la serie portentosa delle vene disgradanti senza numero? Con la punta del coltello presi a seguitare la traccia di un filo, vi applicai argutamente il tatto e la vista; nondimeno lo perdei, nè mi riuscì seguitarlo fino al suo principio o al suo termine. Risi della scoperta... Così... così e non altramente doveva essere composto il cuore dell'uomo!
      Ma il dolore concetto dissimulava, e quantunque volte un pietoso ufficio mi chiamò a favellare alle turbe, volgendomi ai giovani solamente, però che i tempi mi avessero insegnato come i capelli bianchi non sieno aureola di pazienza a' vecchi capi, ed ogni anno saccheggi una virtù, e l'uomo prima assai di morire diventi cadavere, volgendomi, dico, ai giovani soltanto, gli ammoniva: "Fratelli! io vi conforto ad essere grandi: certo nel proferire sì fatta parola tremo nelle ossa; pure a Dio piaccia che per viltà mi rimanga del manifestare altri sentimenti.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Eterno Dio