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      Un giovane di vaghe sembianze, genuflesso a canto il letto, si cuopre il volto con la destra abbandonata del moribondo e la bacia e tacito vi sparge sopra largo rivo di pianto: un dolore senza fine amaro si ostina a prorompere urtandogli impetuoso le fauci; la pietą del moribondo stringe il giovine a comprimerlo, sģ che si ripiega fremente a spezzargli sul cuore, e il corpo si agita tutto di scossa convulsa.
      A capo del letto, dalla parte diritta, sta un frate di volto severo, stringe i labbri tra i denti, guarda il moribondo e non fa atto di pietą o d'impazienza; se non che la fronte, con vicenda continua, ora gli si corruga ed ora gli si spiana; come i nuvoli sospinti dalla bufera davanti al disco della luna, tu puoi scorgere i pensieri procellosi che l'attraversano.
      Dalla sinistra, un uomo membruto di persona, con le braccia conserte sul petto, tiene il capo chino al pavimento; copiosi capelli rossi gl'ingombrano la fronte e parte delle late spalle, la barba fulva gli oltrapassa scendendo la cintura; dal mezzo dei sopraccigli orribilmente aggrottati sorge quasi un fascio di rughe le quali vanno, a modo di raggi, dilatandosi per l'ampiezza della fronte: male quindi sapresti indovinare se quivi il dolore ristretto lanciasse coteste linee rodenti ad occupare le facoltą del cervello, o se piuttosto, dalle varie regioni del cranio partendo, colą esse si condensassero; veramente stavan fitte in quel punto atroci a sentirsi quanto le sette spade raccolte a trafiggere il cuore della madonna dei dolori: non atto, non gemito lo chiarivano vivo, nč il muovere dei peli estremi dei labbri per respirare; solo tu avresti veduto a poco a poco comporsi due grosse lacrime nel cavo de' suoi occhi, tremolare incerte lungo le orbite e sgorgare dalle palpebre gił per le guancie, come secreta vena di acqua tra massi di granito.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163