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      All'improvviso con immenso fragore prorompe dalla fortezza un turbine di fuoco, di ferro e di fumo: - il cielo si oscura; la faccia del sole si cuopre come un velo funerario per non contemplare la strage nefanda, - ma il vento rinforzando si porta altrove il fumo e la polvere, sicchè si fanno manifesto allo sguardo cavalli inferociti erranti senza cavaliere di su di giù per la campagna, un cumulo di morti giacenti in atti diversi, i vivi in rotta, i feriti implorare soccorso e non ottenerlo, tentare carponi con miserabili conati sottrarsi da quel luogo micidiale e non poterlo; - armi sparse e spezzate; - di membra il terreno fatto infame e di sangue.
      Come vennero, sparvero; togliendo riparo dietro certi argini alzati traverso i campi, sicchè, senza quella testimonianza di strage, quanto avvenne sarebbe apparso un sogno d'infermo.
      Tal sia di loro!
      dopo alcuni momenti di silenzio interruppe il Ferruccio.
      Così piacesse a Dio e a san Giovanni glorioso,
      , rispose Lupo; "ma, per quanto e' mi sembra, il diavolo vuol tenere in conto di caparra questa prima mandata di scomunicati... Vedete, capitano! guardate laggiù quella casa..."
      Dove?
      Costà, costà, a piè del colle, ov'è la torre rovinata... diritto alla mia mano... la vedete voi? Diavolo! e che siete diventato cieco?
      La vedo, sì, adesso la vedo... E quando ci sono entrati? e che cosa fanno?...
      Mettono fuori dalla finestra una bandiera... due... un'altra ancora; la prima parmi imperiale... la seconda del papa... la terza! no... sì... oh! diavolo! come c'entra cotesta?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Ferruccio Dio Giovanni Lupo