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      Messere Antonfrancesco!
      Chi mi vuole?
      Se non vi fosse gravoso, piacerebbevi dirmi qual cosa divisate di fare?
      L'ufficio mio, capitano: andarmene ai Dieci ed esporre loro un ragguaglio fedele della mia commissione.
      Allora più poca via vi rimane a fare in questo mondo: - dai Dieci al bargello, dal bargello ai sepolcri della vostra famiglia.
      E perchè, Ferruccio, perchè? Forse non ebbi consiglio da Malatesta di abbandonare Arezzo? Forse non è vero, ch'essendo debole, mal si poteva tenere, e, perdute queste genti, la città nostra diventava affatto disarmata(48)? Forse la cittadella non si trova adesso convenientemente presidiata?
      E vi gioveranno siffatte difese quando là presso ai Dieci troverete un uomo che prenderà a perseguitare la vostra vita, come veltro la fiera, e narrerà la fuga, la paura, la viltà vostra, sostenendo la vostra morte all'onore e alla salute della patria necessaria; senza il vostro sangue tutta disciplina militare spenta, ogni vincolo sciolto; a cagione dell'esempio pessimo i valenti diventare deboli, vilissimi i vili; il vostro capo, in ogni tempo per la colpa commessa giustamente reciso, doversi adesso mozzare per giustizia e per ragione di stato; i principii delle repubbliche avere ad essere inesorabili, testimone Roma? E quando gli esempi e gli argomemti non bastino, cotesto uomo si squarcerà le vesti, si cuoprirà il capo di cenere; prostrato a terra, con le mani giunte, piangendo dirotto, nel nome santo di Dio implorerà che la scure del carnefice vi percuota la testa.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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