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      I cavallari, fermi nel proposito di non si lasciare manomettere, se ne stavano apparecchiati a morire non senza vendetta.
      Il Montauto, dall'universale consenso del popolo imbaldanzito, usciva dalla sua prima esitanza e comandava ai soldati abbassassero le partigiane e quei due ostinati investissero.
      Sangue italiano sta per versarsi e da mani italiane sopra terra italiana.
      Gli ambasciatori!
      Udita appena questa voce, il popolo, secondo il suo costume, si volge ai nuovi venuti, come a personaggi sopraggiunti in buon tempo a rendere più complicato il dramma. I soldati sospendono l'assalto; rimangono tutti ansiosamente aspettando ciò che stava per nascere.
      Ed in vero onorevoli di fanti e palafreni i magnifici ambasciatori della Repubblica Fiorentina si accostano; - vestiti di lucchi di panno vermiglio, co' cappucci di colore più cupo e i lunghi becchetti avviluppati intorno al collo in molto maestosa maniera; - uomini di grave sembianze, contegnosi e severi, siccome conveniva a cittadini di città libera, usi a obbedire alla legge soltanto e da loro stessi proposta ed approvata.
      E poi gli seguitava una bellissima accompagnatura di giovani, i quali per vaghezza di vedere la incoronazione dell'imperatore quivi erano tratti e per godersi delle feste; imperciocchè le pubbliche calamità, invece di trattenere gli uomini da simili passatempi, gli rendano anzi molto più vogliosi di prima, al naturale talento aggiungendosi il bisogno di sollevare l'animo dai presenti fastidii.
      Si aperse spontanea l'onda del popolo, accolse dentro di sè i sopravvenuti, e loro si richiuse fragorosa di dietro.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Montauto Repubblica Fiorentina