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      .." E così continuava.
      Cornelio Enrico Agrippa esercitava presso di Carlo l'ufficio di astrologo ed era anco medico e giureconsulto in utroque iure, facoltà le quali possono, anzi dovrebbero, andare unite insieme; ed egli ora lo aveva caro, ora lo rampognava e scherniva: ma l'astrologo, il quale troppo bene sapeva prendere il destro, nei giorni di favore gli estorceva in sì gran copia dignità e danari da consolarsi negli altri dell'oblio; e i modi di lui verso il suo reale padrone sentivano a un punto dello schiavo e del tiranno: se ruggiva il leone, ed egli blando, di parole carezzevoli, curvo col dorso; se invece esitava, ed egli superbo, rigido di persona, con la voce tonante. Non vestiva già zimarra bruna, nè intorno ai fianchi stringeva una cintura rabescata con i segni dello zodiaco, squallida la barba, in capelli scomposti, come gli altri suoi fratelli: al contrario, abbigliate le membra di bei drappi di seta alla foggia di Spagna, col collarino bianchissimo, arme e croce da cavaliere; a vedersi leggiadro. L'età sua o giungeva appena ai quarant'anni, o di poco li passava; di sembianze argute, di colore ulivigno, i capelli lucidi e neri, gli occhi più neri e del continuo agitati, le labbra tumide e accese, tremanti in perpetuo sorriso, il quale di leggieri si convertiva in sghignazzio, ed allora gli si scoprivano i denti e gran parte delle gengive, - siccome avviene a tutti gli animali che appartengono alla specie delle scimmie, quando loro accada di schiudere la bocca.
      Tale fu Cornelio Agrippa; e, di natura maligno, si compiaceva adesso di fare scontare a Carlo con le torture dell'ambizione il disprezzo di cui lo avviliva sovente.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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