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      Appena nell'inquieto suo moto l'imperatore gli volta le spalle, egli staccando l'occhio dal telescopio guarda dietro il divo Cesare e crollando il capo dice:
      Povera creta!
      Cornelio, fa che si operi presto la congiunzione dei pianeti
      , proruppe Carlo percotendo dei piedi il pavimento.
      Sacra Maestà, io contemplo, non muovo le sfere. Però l'ora si avvicina: i miei occhi sono abbagliati dall'osservare lo splendore della vostra stella; io non ne posso più sull'anima del mio cane figliuolo(78).
      Non bestemmiare, marrano, o io ti consegno mani e piedi legati al papa nostro signore.... Perchè deponi il telescopio? Vien' qua, non temere, mio buon Cornelio; torna a guardare.... esamina bene... nota la congiunzione, la casa e il sembiante dei pianeti...
      O Zoroastro glorioso!
      rispose l'Agrippa lasciandosi andare sopra una sedia a braccia aperte, "oh come ho io a fare? Voi mi volete cieco ad ogni modo."
      Cavaliere Agrippa, accettate di presente questi cento ducati per comperarvi del taffetà verde da asciugarvi gli occhi, - fin qui noi siamo imperatore eletto soltanto; domani, diventati imperatore consacrato, avrete dono imperiale.
      Meglio è perdere la luce nel contemplare la vostra stella che acquistarla nel guardarne alcun'altra... Io mi ripongo all'opera.
      Cornelio, dimmi, ma dov'è questa stella che tu affermi mia? Io ci credo senza averla mai veduta...
      E che importa vedere per aver fede? Dio vedeste voi mai?
      Non lo vidi, sibbene lo sento.
      E gl'influssi della stella non sentite voi? Chi vi fece eleggere imperatore dei Romani a preferenza del Cristianissimo?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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