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      Ciò che riferiscono intorno alla proprietà letifera dello sguardo di alcuni animali e' vuolsi tenere per favola; imperciocchè il basilisco non abbia guardato mai in maniera più truce di quello che facesse Carlo il pontefice, quando si fu rialzato; ma non gli concessero tempo di proferire parola: le reti dei successori di san Pietro avviluppano con tanto prepotente vigore, quando uomo v'incappa, che nè impeto d'ira o profondità di consiglio valgono a romperlo: - lo tolsero in mezzo, lo salutarono imperatore con tanta luce di ceri ardenti, con tanto fumo d'incenso, con tanto fragore di voci lo confusero che egli, stordito, immemore di sè, per poco stette che non cadesse svenuto sul pavimento: egli sentiva suo malgrado strascinarsi; soffriva le angosce dell'uomo vicino ad annegare, che vede approssimare la morte e non può aiutarsi.
      O signore e signori qui convenuti per farmi il piacere di sentire questa storia che non oso chiamare bella, perchè spesso fa pianger me che la racconto, o ridere di un riso tristo il quale mi ha guasto il cuore e la bocca, io non so se v'abbia detto; e se nol dissi, ve lo dico adesso; la cattedra del pontefice e il trono imperiale, per velluti cremesini, per frangio d'oro, per pulvinari, per baldacchini mirabilissimi essere stati eretti alla destra dell'altare in cornu epistolæ. Ora avvenne, mentre queste cose succedevano, che un personaggio di alto affare del seguito dell'imperatore si accostasse a certa colonna sostenente l'arco della cappella. Dalla parte interna rasentavano la colonna i balaustri che racchiudevano il recinto dove si celebrava la funzione; dalla parte esterna, la colonna scendeva alquanto verso il pavimento inferiore e si posava sopra la sua base.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Carlo Pietro