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      Per Dio! se non fossimo qui dinanzi gli altari...
      Mi uccidereste, - e non per questo avreste ragione...
      Luigi, io non voglio sdegnarmi con voi. - Le vostre parole non mi recano oltraggio; - al vostro cervello perdona il vostro cuore; - mi conoscerete quando il tempo avrà umiliata o spenta la fronte che adesso si corona.
      Pessimo è, a parere mio, quel consiglio che conta con la morte altrui, non con la vita propria. Questo desiderio di morte è come palla che gli uomini si rimandano dall'uno all'altro tra loro: - chi le darà l'ultimo colpo? No, lasciatemi, io vo' dire tutta ed intera la verità...
      Va' via, importuno; i popoli mi hanno innalzato una statua, come a liberatore della patria...(88)
      Quei popoli stessi la ridurranno in mortai per pestarvi il sale; forse un giorno il popolo la getterà a terra, e la tirannide, che ti conoscerà anche traverso la caligine dei secoli, la riporrà sulla base, come simulacro consacrato a remoto congiunto. Tu hai desiderato la statua piuttostochè desiderato meritarla. Attila ordinò si gettasse sul fuoco un poema, e per poco stette non vi facesse gettare il poeta Marullo perchè lo aveva eguagliato ai numi immortali. Tu bevi l'adulazione a grandi sorsi, come tazze di vino; e, come il vino, ti ha tolto il senno. Un cittadino che amasse la patria libera davvero, non avrebbe consentito che i suoi concittadini si deturpassero ad atti convenienti soltanto fra schiavi e re...
      Alamanni!
      Silenzio! Tu hai cessato la tua grandezza, e la tua voce non ha più potenza di ricercarmi il cuore.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Dio Marullo