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      Veramente alla persona vostra...
      La nostra persona
      , interruppe il pontefice, "di per sè stessa è nulla, ma poichè ella rappresenta il Creatore di tutte cose, forza ella è che le creature ci si curvino dinanzi..." E con giovanile leggerezza salito sul destriero salutava della mano lo imperatore e da lui con lo immenso suo seguito si dipartiva.
      I partigiani di Roma, i quali videro da lontano quell'atto, esultarono, immaginando rinnovarsi i bei tempi di papa Gregorio e di papa Innocenzo. Tanto vero è che spesse volte l'odio e l'amore, più che d'altro, dipendono dal modo di guardare da lontano o da presso.
      Carlo punge il suo nobile corsiero; la corona imperiale sì lo molesta che talora gli prorompono le lagrime dagli occhi. Una mano di Bolognesi, Angelo Ranunzio, Giulio Cesarino, il marchese dell'Anguillara, il Rangone, il Cibo ed altri infiniti portano bandiera e gonfaloni con le chiavi, con l'aquila, rossi, bianchi, gialli e neri, e gli sventolano al cospetto dell'imperatore. Alla fantasia accesa di Carlo sembravano un turbine di spettri de' suoi antenati che gli s'avvolgesse intorno alla testa, e l'onta fatta alla memoria loro lamentasse, la viltà sua gli garrisse. Il trambusto delle voci e dei gridi, il frastuono degli istrumenti ed il suo nome ricorrente tra mezzo, urlato in tutti i suoni, lo atterrivano, come se l'inferno si fosse scatenato per dirgli vituperio.
      Allora aborrì i campi aperti, il sole, la gloria terrena, e sospirò un asilo tranquillo, comunque ignorato, - allora desiderò la cocolla di frate scambiare col suo manto imperiale, e vide di passo in passo farsi più vicino alla sua imperiale magione, coll'anelito del marinaro il quale dopo un viaggio pieno di tempeste e di pericoli saluta la riva; - vi pose appena il piede, che, senza aspettare la solita accompagnatura, ogni qualunque cerimonia mettendo da parte, salì veloce e, licenziati gli altri, si chiuse nella sala privata insieme coll'astrologo Agrippa.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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