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      Qui, libero da ogni sguardo molesto, spogliò le vesti imperiali e le sacerdotali di cui lo avevano avviluppato, e tempestando le gittò in questo e in quel lato, e...
      Al corpo di Dio!
      diceva in suono di lamento, "come la camicia di Nesso, costoro hanno stillato il sangue nelle mie vene."
      Quindi le mani cacciando alla corona, se la tolse impetuosamente e la scaraventò(95) di contro alla parete; molti capelli essendosi attorti per le punte e pel cerchio, egli se gli strappò con acuto dolore, e prorompendo in un urlo disperato, ambe le mani portò di nuovo alla testa, esclamando:
      Ah! mi ha portato via il cranio e il cervello. - Agrippa, vieni qua, guarda diligentemente; - per certo avvelenarono la corona...
      Agrippa guardò, e vide che la corona gravissima gli aveva intorno alla fronte inciso un solco profondo in mezzo, di color di piombo, digradante ai lati in vermiglio acceso.
      Stia pur lieta la Maestà Vostra; io l'assicuro che non è veleno...
      Per santo Iacopo di Gallizia!
      esclama l'imperatore sentendo forte bussare alle porte, "chi è che osa sturbarmi?"
      Maestà!
      con tal una voce che, più che ad altro, si assomigliava per la paura al belare della pecora, rispose il sire di Croy, novellamente promosso al grado di conte; "il banchetto è apprestato; - non manca che la Sacra Maestà vostra per dare acqua alle mani..."
      Aspettino! io non ho fame.
      E poi di nuovo volgendosi all'Agrippa continuava: "O dunque che cosa è ella?"
      Il sangue acceso, - l'anima esaltata dall'insolito giubilo.
      Giubilo! Hai tu mai incontrato uomo di plebe più avvilito di me?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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