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      Onde in questo pensiero fece due versi, i quali, entrando la mattina vegnente in iscuola, davanti a' suoi scuolari, dicendo la visione e mostrando la mano forata e arsa, rispuose e disse:
     
      Linquo coax ranis, cra corvis, vanaque vanis.
      Ad loycam pergo quæ mortis non timet ergo.
     
      Io lascio alle rane il gracidare e ai corvi il crocitare, le cose vane del mondo agli uomini vani: e io me ne vado a tal loica che non teme la conclusione della morte, cioè alla santa religione. - E così, abbandonando ogni cosa, si fece religioso, santamente vivendo infino alla morte." PASSAVANTI, Specchio della vera penitenza, Distinz. III, cap. 2.
     
     
     
     
      CAPITOLO QUINTO
     
      PAPA CLEMENTE VII
     
      E' vi fu un tratto una donna lombardaChe credeva che il papa non foss'uomo,
      Ma un drago, una montagna, una bombarda.
      E vedendolo andare a vespro in duomo,
      Si fece croce per la meraviglia:
      Questo scrive uno storico da Como.
     
      BERNI, Capitolo in lode del Debito.
     
      E che il gran vecchio onde ti appelli erede,
      Tiranneggiando in noi del ciel l'impero,
      Vergogna il prenda, ove talor ti vede.
     
      ALAMANNI, Satira II, parlando di Clemente VII.
     
      Clemente papa ora se ne sta ridotto nella stanza più riposta del suo palazzo: ella era di forma ottagona con bellissime colonne di ordine ionico. Da quattro lati vi fanno capo altrettante porte di rare modanature come sapeva condurre la eccellenza dell'arte così comune in quei tempi; gli altri sodi appariscono ornati di quadri rappresentanti martirii di santi, membra segate, capi fessi, brindelli laceri, che infondono, piuttosto che riverenza, ribrezzo; - intorno all'architrave superiore si innalza una parete che gli architetti chiamano tamburo, e sul tamburo una cupola elegante a imitazione delle forme immaginate dal divino Brunellesco.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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