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      ... ecco, così: - Cencio, farai in modo di persuadere a Sua Santità che il giorno più bello della mia vita sarà quello in cui, mercè l'opera del suo servo Baglioni, tornerà la sua famiglia ad albergare il palazzo de' suoi maggiori...
      Clemente in questo punto tradì sè stesso: balzò in piedi, proruppe in dimostrazione di allegrezza, e, mal sapendo che cosa si facesse, si trasse dal dito l'anello pontificale e lo pose in quello del masnadiero. Cencio, come colui che astutissimo era, se lo cavò subito dal dito e lo ripose diligentemente nella cintola. Il Papa, fissandolo dentro agli occhi, interrogò:
      Guarda dall'ingannarmi. Io ti farei mettere in pezzi anche nel tempio di Cristo in Gerusalemme! Tu non mentisci?
      In fè di Dio, e vi par'egli che vorrei commettere un tanto peccato? Forse non so che per ogni menzione conviene penare sette anni nel purgatorio? O che credete l'anima non prema anche a noi? Però il pericolo è grande, e vi abbisogna mercede proporzionata. - Sul prezzo ci accomoderemo di leggieri; sul modo del pagamento, con maggiore difficoltà...
      Desideri Malatesta; - si sforzi a desiderare: - noi qualunque sua voglia faremo piena. Ama la salute dell'anima? - Noi gli apriremo le porte del paradiso, senza che pur di volo tocchi il purgatorio.
      Anche questo a qualche cosa è buono, ma or si domanda
      , e con la mano il masnadiero faceva atto del soppesare, "e ora si domanda.... via.... meno spirituale guiderdone."
      Ben lo sapevamo noi che senza prezzo nulla si compra: - esponi il patto.
      Prima di tutto, il signor Malatesta vuol sangue.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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