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      Torna tosto al suo signor Malatesta e raccomandagli si affretti; - avrà piena la mercede secondo le sue inchieste, e a noi spetta concedergliela anche maggiore: egli ci parve umile troppo e rimesso; si affidi alla larghezza medicea. Al nepote potremmo anche concedere il cappello rosso. - A lui... il gonfaloniere di santa Chiesa conta circa settant'anni; egli, se giunge, non sorpassa i quarantacinque...
      Malatesta vi prega che la Santità Vostra, così per ricordo, si degni porre il nome qui sotto questa cedola...
      Di gran cuore.
      - E il papa firmò senza pure guardarla.
      Poi mi disse ancora: Cencio, bada, il proverbio spagnuolo insegna: parola e penne il vento le porta via, - la promessa grave sfonda la carta dove sta segnata... sicchè procura farti dare tanto in mano che mi assicuri. - Io, ben me ne accorgo, sono un mal destro negoziatore: e queste cose non ve le dovrei dire, o dirvele in maniera più soave, ma per me, quando si può andare per la piana, fuggo l'erta e la scesa. - Patti chiari, amicizia lunga...
      Ah! Malatesta pretende sicurezze?
      Le pretende!... no, le desidera. Siccome egli è bellissimo novellatore, costui sovente costuma di raccontarmi che male hanno dipinto i pittori il Tempo in sembianza di vecchio con la falce in mano; dovevano, egli dice, invece immaginarlo giovane e poderoso con una granata con la quale dì e notte infaticabilmente spazza stelle, spazza dii, spazza vite, amori, odii, gratitudine, e tutto spazza, e fattone mucchio lo getta dentro certa riviera che si chiama l'oblio.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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