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      Ora correranno tre notti il padre, accompagnandomi alla mia cameretta, mi baciò in fronte, mi benedisse e mi salutò dicendomi: Addio, a domani. - Poi, quasi un qualche presentimento lo funestasse, rifece i passi per rammentarmi assicurassi bene per di dentro le imposte, essendo la casa bassa, la contrada piena di ribaldi, molto il pericolo dei ladroni, più che soldati, dell'esercito della lega, le difese poche o nessuna. Ond'io, maravigliando dell'insolito sospetto, domandai: Perchè tanto temete? - Ed egli a me: Perchè mi sei sola in terra. - Siccome mi aveva consigliato, chiusi diligentemente le imposte, - poi mi prostrai davanti alla immagine della Madonna e le porsi le consuete preghiere pel padre, per tutti ed anche per me; - mi giacqui pacata proponendo levarmi mattiniera avanti l'alba per cogliere fiori, destare il padre spruzzandogliene sul volto la rugiada e irriderlo dei notturni terrori. - Il sonno mi vinse: all'improvviso, comechè tenessi le palpebre chiuse, uno splendore mi offende la facoltà visiva: dubbiosa di avere oltrapassata l'ora proposta, balzo a sedere ed apro gli occhi. - Pensate voi qual cuore fosse il mio quando vidi piena di fumo la stanza, - la fiamma sguizzare spaventevole lungo il soffitto! - Preso consiglio dalla paura, fatto fastello dei panni, scinta, scalza, scarmigliata i capelli, proruppi fuori. - La Madonna aveva miracolosamente preservata la cameretta della sua devota; - la rimanente casa in fuoco; - parte della scala, la inferiore, vacillante travolta in fiamme, ma sempre in piedi; la superiore caduta; ogni indugio sicurissima morte.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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