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      Moveva le braccia a guisa di remi; e considerando le mani forti e l'unghie adunche di che andavano fornite non era da reputarsi di poco momento la minaccia fatta al soldato. - Entrò, come dissi, audace nel sembiante e negli atti; ma tosto che si vide in mezzo a quel consesso, declinò lo sguardo e si rimase muta e vergognosa. Per lo che il Carduccio, motteggiando, amorevolmente le domandava: "Ora via, monna Ghita, lasciaste voi per avventura la lingua al beccaio?"
      Messer no, bensì credeva che il soldato mentisse il consesso, nè mi aspettava trovarmi al cospetto di tanti magnifici che vanno per la maggiore...
      E non andate anche voi per la maggiore? Il vostro nome non è egli scritto nella matricola dell'arte della seta?
      Oh! per l'arte, dite bene; ma infine dei conti a me pare che tutte le disparità mettano capo a queste sole due: avere e non avere... E nondimeno io parlerò, e questi signori mi scuseranno: e se non mi vorranno scusare, mi rincarino il fitto, perchè io faccio opera buona. E per dirvela in breve (chè a voi altri messeri premerà il vostro tempo, ed a me preme anche il mio), ecco di che si tratta: e' mi hanno fatto sapere come qualmente la Signoria ordinò si gridasse per le strade e si appiccasse su pei muri un bando, affinchè chiunque si trovasse da avere figliuoli da diciotto a trentasei anni ed ori ed argenti, li portasse al palazzo della Signoria per essere adoperati in difesa della nostra patria... Ora mi trovo ad avere questo figliuolo... - Vieni oltre, Ciapo, e saluta i messeri.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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