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      Qui gli occhi di tutti si fissarono sopra un garzone adolescente tuttavia, ma grande e grosso, di membra validissime, armato di spada, di partigiana e di barbuta. Egli come volle la madre, si avanzò di alcun passo e con piglio soldatesco riverì il gonfaloniere e gli altri adunati. Allora monna Ghita continuò:
      Ciapo non arriva ancora a diciassette anni, ma Ciapo è tale da fiaccare l'ossa con un pugno a quanti qui siete dentro, sia detto senza superbia. Cotesto vostro bando, con reverenza di voi tutti, messeri, non mi sa di nulla. Oh! che? son gli anni che rendono capace di portar arme e affaticarsi nel campo? il mio Ciapo di sedici anni e otto mesi, perchè deve entrare nel diciassette come si arriva alla festa di san Zanobi, può fare quello, e più, che non fa un altro di trenta. Dunque deve farlo ancora egli. Ciapo è buon figliuolo; ha il santo timore di Dio, lavora per la sua povera madre, e prega tutte le sere per l'anima di suo padre. - Da lui in fuori io meschina non ho altri nel mondo. Rimango sola; - ma che monta questo? Quando ho sentito il bando, gli ho detto: Ciapo, prendi la barbuta, la partigiana e la spada di tuo padre e vieni ad arrolarti alla ordinanza della milizia. Adesso ti bisogna difendere tua madre e la tua casa. - Qui Ciapo mi ha risposto: Non ci moviamo, madre mia: per voi, dormite sicura che nessuno vi toccherà la punta di un dito; in quanto alla casa poi, che domine volete che portino via? E' non v'è chiodo d'appiccare il capuccio. - Le quali parole mi fecero impressione, perchè Ciapo diceva la verità, essendo i miei anni tanti da rendermi ora più paurosa del demonio che dei soldati, e la casa ignuda di masserizie quanto il palmo della mano: ma stata alquanto sopra di me, soggiunsi: Va tuttavia, se non difenderai le donne e robe tue, difenderai quelle degli altri; e poi mantenendo questo stato, se un signore ti reca ingiuria, dimani diventa si può dire come te di petto alla giustizia, e tu puoi accusarlo agli Otto, mentre nei reggimenti dove un solo comanda a tutti e sempre, non sai in che modo rifarti.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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