Pagina (263/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ciapo, figliuolo mio, ricórdati, davanti al Crocifisso che tengo a capo del letto, avermi promesso di tornare ad annunziarmi libera patria, o non tornare più: attendi a mantenermi la promessa, perchè se mi capiti in casa vinto, io ti chiudo l'uscio in faccia e dico al vicinato averti raccolto per la strada, non già portato in questo fianco nè con questo seno nudrito: hai tu inteso? Addio."
      Il Carduccio, alzate le mani, corse ad abbracciare la donna e intenerito esclamava:
      Ghita, se la repubblica contenesse dieci cittadini dell'animo vostro, il nemico non accamperebbe adesso sotto le mura di Fiorenza.
      E gli altri, simulando od esprimendo verace ammirazione, l'erano attorno celebrandola con ogni maniera di lode. La donna, districandosi da loro, come selvatica, con alta voce gridò:
      Mal concetto, messeri, prendo di voi; ed ora incomincio a dubitare della patria davvero, perchè voi tanto non levereste a cielo il debito del buon popolano, se aveste cuore e volere da soddisfare al vostro. Badate che al cavare delle tende non si abbia a dire di voi come del perdono di sere Umido: baci di molti, e quattrini punti(120).
      Iacopo Nardi, tratta fuori di tasca una carta, notava; e quando ebbe notato la piegò e se la ripose diligentemente in seno, mormorando: - Quando ogni altro esempio di virtù ai nostri tempi mancasse, questo unico basterebbe a farmene scrivere la storia(121).
      Michelangiolo anch'egli non alitava, l'anima tutta gli si era trasfusa negli occhi; l'osservava in ogni suo moto nel girare dei muscoli, nello stringere delle ciglia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Crocifisso Carduccio Fiorenza Umido Nardi