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      Duri tempi ci stanno addosso; sicchè all'uomo, per ristorarsi delle presenti miserie, conviene che si volga al passato o al futuro. Tra le memorie e il desiderio noi trasciniamo vita piena d'amarezza; - il futuro si distende grande, infinito davanti a noi, ma vago, illuminato da splendore incerto, dove ogni creatura immagina a suo senno un fantasma. Il passato invece si mostra circoscritto, ai bisogni nostri incompleto, pur nondimeno distinto. Il passato è irrevocabile, - il tempo caduto nella eternità uscì dal dominio degli uomini e da quello di Dio. Del futuro non ispuntò anche l'alba del giorno fatale, e le generazioni, quasi disperate della lunga notte della doppia tirannide che le opprime, tengono da secoli la faccia volta all'oriente osservando se comparisce il raggio divino. - Quanto tarda a comparire quel raggio! A cui talenta spaziare pei campi dell'avvenire, vi s'immerga intiero e ci rallegri con illusioni, con isperanze, con vaticinii e, se gli riesce, con sicurezza di meglio, onde tre quarti del genere umano continuino il travaglioso pellegrinaggio della vita. In verità la nostra misura è colma, il peso grave, l'assenzio dell'anima senza fine amaro. Io punto da diversa voglia continuerò a ricercare nelle ceneri dei padri, a interrogarne i sepolcri. Ah! padri miei, voi premete un duro guanciale di terra; voi preme una grave coltre di terra; - voi forse ora siete tutta terra... e nonpertanto v'invidio perchè riposate.
      Il magistrato dei Signori ebbe origine antica, fu ordinato nel 1282; - dapprima erano tre, poi sei, essendo la città divisa in sestieri; alla fine otto, quando la ridussero a quartieri.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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