Pagina (303/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      O patria mia!
      La quale esclamazione avendo udita monsignore di Orange, la man gli pose sopra la spalla sinistra lo interrogando così:
      E perchè dunque tra i nemici di lei?...
      Si riscuote il Bandino, - guata bieco l'Orange e brontolando fugge via a precipizio.
      Scendeva intanto dal monte schiamazzante l'esercito; rotte le ordinanze procede baldanzoso, come chi va al corteo; invano lo richiamano alle insegne i capitani: invano si affaticano a riordinarlo sergenti e caporali; con più rispetto camminano i mercanti per le strade del patrimonio di san Pietro, tanto poteva in lui il sentimento del proprio coraggio e della nostra viltà; e sì, che a Spelle duro intoppo incontrava, ebbe Cortona non per forza di guerra, ma per tradimento; pure la memoria dei soldati poco si profonda, e i fatti d'Arezzo gli avevano inorgogliti. - Va, va, soldato; la valle che vedi, comunque angusta, sopravanza al tuo sepolcro.
      Il principe non sapeva scendere dal sommo del monte. Baccio Valori, riappicatasi la maschera del cortegiano per un momento cadutagli dal volto, rideva e motteggiava con certe sue arguzie da rallegrare la brigata.
      Or mi dite, commessario
      , domanda l'Orange, "cotesta fabbrica immensa sarebbe per avventura Santa Maria del Fiore?"
      Voi l'avete detto, monsignore; ammirate di grazia la cupola del Brunellesco; e' non vi pare proprio voltata dalle mani degli angioli?
      Fu dunque colà che i Pazzi uccisero Giuliano dei Medici e ferirono Lorenzo?
      Certo, in quel tempio. Guardate adesso cotesta torre merlata: la fabbricò Arnolfo di Lapo, e soprasta al Palazzo della Signoria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Orange Bandino Orange Pietro Spelle Cortona Arezzo Valori Orange Santa Maria Fiore Brunellesco Pazzi Giuliano Medici Lorenzo Arnolfo Lapo Palazzo Signoria