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      Il principe, mutando all'improvviso sembiante, più contegnoso riprendeva:
      Basta, questo è affare tra voi; per me obbedisco agli ordini di Sua Maestà l'imperatore; - il soldato non deve ricercare tant'oltre; egli grida: Viva la gloria! e si fa ammazzare per quattro soldi al giorno, quando glieli danno... Fiorenza vedremo a vostro bell'agio dentro; ora conviene apparecchiare gli argomenti per prenderla. A noi le carte, a noi i colonnelli.
      E tosto gli apportarono le piante della città e le carte dei luoghi circostanti minutamente e diligentemente disegnate. Le une e le altre gli consegnò papa Clemente, il quale molto tempo innanzi aveva commesso al Tribolo e a Benvenuto della Golpaja un modello di Firenze, ed avutolo, sì l'ebbe caro che finchè visse volle tenerlo nella sua stanza da letto. Il principe, considerate le carte e riscontrando coll'occhio il paese sottoposto, domandò:
      Commessario, è nuova, o antica la fortezza su quel poggio costà...?
      Ella è il convento e il campanile di San Miniato; credo vi abbia condotto nuove opere attorno a Michelangiolo Buonarroti.
      Se tali sono i campanili, pensiamo un po' che cosa saranno le fortezze! E poi questo Buonarroti mi occorre dappertutto; vivono forse più uomini in Italia col nome di Michelangiolo Buonarroti?
      No, principe; poichè Dio si riposò dal creare, a nessun uomo più che a costui concesse il creatore suo spirito; egli fu che dipinse la volta della cappella di papa Sisto, egli scolpì il sepolcro di papa Iulio; egli fonde, egli architetta, egli fortifica, egli filosofa, egli poeteggia, arringa, combatte, egli insomma fa tutto.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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