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      - Quando rinvenni, mi percosse in prima uno schiamazzo, un pianto e preghiere e minaccie in molto terribile guisa: apersi gli occhi e vidi il padre della donna mia avvampante di sdegno, con labbra enfiate rampognare certe donne che gli stavano attorno con atti supplichevoli e lo fermavano per le braccia con parole dolcissime raumiliandolo. Il giovane a cui aveva salva la vita, quando il padre sembrava piegare agli scongiuri delle donne, se gli accostava all'orecchio e gli dicea parole che a guisa di vento suscitavano la fiamma dell'ira in quel vecchio feroce. La donna mia piangeva, ma le mancava la forza di articolare parola, ed a me pure mancava: mi provai pił volte, e sempre invano: al fine fiocamente favellai: Pel sangue di nostro Signore Gesł Cristo, lasciateci morire in pace! - E quasi fosse stato sforzo superiore alla mia poca lena, svenni di nuovo. Tornato lo spirito agli uffici consueti della vita, mi vidi al capezzale il padre della donna, il quale con volto benigno, Attendete a ristorarvi, mi disse, e preparatevi ad ascoltarmi; quello che il cielo vuole forza č che uomo anche voglia! - Lo rividi verso sera, ed accostatosi quanto pił presso poteva al mio volto, - Figliuol mio, cominciava, poichč umano argomento non vince l'amore che la mia figliuola ti porta, e poichč vedo a prova manifesta come anche tu ardentissimamente l'ami, e il contristarvi le nozze sarebbe certa cagione della morte di entrambi, a Dio non piaccia che in questa mia vecchia etą prossimo a rendere conto della mia vita all'Eterno, contro al mio sangue mi renda micidiale.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Signore Gesł Cristo Attendete Dio Eterno