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      E il vecchio:
      Quando tutti i Romani zappavano, vinsero tutti." Michelangiolo soprastette alquanto pensoso, quindi riprese: "Però le forze vi mancano... e per troppi anni siete male atto a coteste fatiche." - "Ah! poco pietoso cittadino, perchè mi fai sentire con le tue parole l'amarezza di non potere giovare meglio alla mia patria? Era pure più degno di te, invece di consumare il tempo in vane novelle, stendere le braccia e porgermi aiuto a trasportare la terra." - "In fè di Dio tu hai ragione." E qui Michelangiolo, presa la barella dalle stanghe di dietro, perchè, salendo il monte, minore peso sentisse il vecchio, gli dava aiuto a portare.
      Costretto Michelangiolo a procedere a lenti passi, concedeva agio al Castiglione di raggiungerlo, come infatti anelante, bagnato di sudore il raggiunse, e tostochè gli venne accanto, con voce ansiosa lo chiamò:
      Messere Michelangiolo!
      Che ci è egli, mio bel garzone?
      E Dante, vie più accostandosegli, sommessamente gli dice:
      Il gonfaloniere manda per voi.
      Ora non posso; bisogna prima che porti questa barella; subito dopo sarò con esso voi.
      Quando la terra fu scaricata, Michelangiolo con amorevole piglio si volse al vecchio così interrogandolo:
      Padre, vorreste voi dirmi il vostro nome in cortesia?
      Nacqui nel contado di Fiorenza, ho lavorato i suoi campi, ho combattuto le sue battaglie, ho pianto alle sue tribolazioni; il nome nulla aggiunge o toglie alla mia vita: mi chiamo uomo.
      E levatasi la barella sopra le spalle, se ne ritornava là donde si era dipartito.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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