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      La innocente vergine dorme supina sopra un lettuccio a canto quello del padre, - le mani tiene abbandonate lungo i bei fianchi, le gambe tese, il capo alquanto chino su la spalla destra in dolce atto di quiete: - la lampada solitaria che arde nella cameretta davanti la immagine della Madonna diffonde una luce pallida sopra il suo volto già fatto bianco dal riposo: - ella poi non alita. - Il silenzio, il pallore, la posatura simile a quella con la quale si compongono le membra delle vergini trapassate quando si menano al sepolcro, - lanciarono nell'anima tuttavia paurosa del vecchio tale un dubbio tremendo per cui egli alzò le mani disperatamente al cielo e si fece livido in volto; - ma in questa la donzella sciolse un sospiro, e il padre confortato lasciò cadersi con la faccia sopra i guanciali e pianse le più soavi lacrime che mai sgorgassero da occhi umani.
      Si veste cauto, si accosta silenzioso al casto letto e lieve lieve curvatosi bacia in fronte la figlia, poi giunge le mani, guarda la Madonna con uno sguardo lungo, e con quel guardo meglio di qualsivoglia favella esprime la preghiera: Madre del Signore, deh! non richiamare per ora questo angiolo al cielo; - poi quinci si tolse, ed in andando mormorò sommesso le seguenti parole: "Ai ripari... ai ripari! nessuno può renderle i genitori.... almeno non le venga tolta la patria."
      E il volto della vergine addormentata era bello davvero, se non che sopra quella fronte tu vedevi un segno, - quasi orma di pellegrino sopra neve poco anzi caduta, - il segno di un dolore che aveva precorso lo intelletto: perocchè non blandiva i suoi pianti la carezza materna, nè ai suoi vagiti sorrise labbro di genitrice china sopra la culla, - primo paradiso e il più benigno (per quanto possiamo giudicarne quaggiù) che la umana creatura conosca; - su quel volto posava una mestizia misteriosa ed arcana, nè dove tu avessi ignorato il segreto del suo cuore, avresti potuto indovinare se quel suo consumarsi fosse del fiore reciso nel più vivido rigoglio della vita, o se piuttosto tocco dall'alito ardente una divina rugiada lo richiamasse ad esalare un sospiro di profumo e morire, - s'egli fosse il saluto primo o l'addio ultimo della sventura.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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