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      , dice Ludovico e, balzato in piedi, lasciando le mani della donzella, precipita fuori della stanza.
      Annalena correndogli dietro lo richiama:
      Vico! Vico! anche un istante... una parola.
      Il capitano Ferruccio
      , rispose Vico e continua ad allontanarsi.
      Annalena si fece al balcone e vide il suo diletto il quale, vergognoso in vista, seguiva un uomo d'arme per aspetto e per dovizia di armi notabile. Però non udendo Vico, siccome aveva temuto, muoversi dal capitano alcuna rampogna, riprese animo e, voltosi di repente, vide la fanciulla al balcone, e studioso di giustificare la subita partita, le mandò una voce sola, e fu questa:
      Libertà!
      La vergine, fatta delle mani croce, e dimessa la testa in atto di rassegnazione, rispose anch'ella con una parola:
      Sia!
      Ma quando si furono dilungati dalla vista della casa paterna, presso allo scendere del Ponte Vecchio, il capitano Ferruccio all'improvviso fermandosi gli favellò così:
      Patria! Libertà! Molti, o giovanetto, hanno su i labbri la patria e la libertà, pochi nel cuore. L'amore di entrambe queste sacratissime cose consiste nella continua renunzia dello amore di sè; ogni passione vuolsi sacrificare alla patria ed alla libertà, perocchè elle sieno gelose e non consentano procedere in compagnia. Se vuoi venire oltre, sappi essere il mestiere delle armi duro, incerta la tua stanza; fin d'ora apparécchiati a bagnare del tuo sangue le varie contrade di Toscana, forse d'Italia... a lasciare le tue ossa su qualche campo ignorato; - se ciò avviene, acquisterai fama di magnanimo e d'infelice; se la fortuna ti corre benigna, sarai magnanimo e avventuroso, - e così ti auguro dal cielo; - se l'amore di donna preponi al tuo paese, se le tue orecchie più e meglio odono il susurro delle parolette brevi che il frastuono delle trombe, se più ti preme piacere a femmina che alla fama, pon' giù la impresa, torna indietro, io me ne andrò solo alla rassegna e alla orazione.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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