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      La patria può fare molto bene a meno di te.
      Capitano, io non credeva avere misfatto poi tanto... lieve fallo è il mio.
      Lieve fallo! Qualunque sia il fallo per mancata disciplina, per me è mortale. Quando Torquato percosse nel capo il proprio figliuolo per avere vinto contro lo espresso divieto, i Romani conquistarono il mondo. Lieve fallo! L'ora della rassegna è trascorsa, e il vostro posto comparve vuoto, per voi la milizia ebbe pessimo esempio, sentì grave oltraggio il vostro capitano. Lieve fallo! Al capitano toccò andarsene in traccia del suo soldato. Sono questi gl'insegnamenti che riceveste dai famosi capitani dei quali vi procurava il consorzio? Queste le promesse da voi fatte al vostro padre sopra il suo letto di morte? Ah! se lo sapesse vostro padre!
      Capitano Ferruccio, o cessate, o io torno a mezzo il ponte e mi precipito in Arno.
      Avanti, giovanetto, vien' meco in Santa Croce.
     
      I Fiorentini, banditi i Medici dallo stato, attendendo a difendersi, vinsero la provvisione di creare la milizia fiorentina. In quattro giorni, chiamati a prendere le armi i giovani dai diciotto fino ai trentasei anni, descrissero circa a tremila capi, i quali, non che andassero a tôrre le armi, di per sè stessi le portarono, e non mica comunali, sibbene, di molto valsente e di sottile lavoro; furono dapprima mille settecento archibusieri, mille picche ed il rimanente alabarde, spiedi, partigianoni e spade a due mani, la più parte difesi da corsaletti. Nella spartizione delle bande si attennero ai soliti sedici gonfaloni, non mutarono insegne; solo osarono portare certa divisa traverso alla vita di color verde, simbolo della speranza che nutrivano vivissima di liberare la patria(156); ebbero per sargenti maggiori Giovanni da Torino, Pasquino Corso e Giovambattista da Messina, soldato di molta riputazione, come quello, che aveva atteso alla milizia nelle Bande Nere prima e dopo che il Signor Giovanni morisse; questi erano fissi, come pure era fisso il signore Stefano Colonna di Palestrina, barone romano, uomo del re di Francia, che accettò l'ufficio di comandante generale della mantovana milizia.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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