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      Ad un tratto messere Zanobi drizza la persona; una mano lo ha lievemente percosso su l'omero, ed una voce gli ha detto:
      Perdona!
      La voce e l'atto movevano da Dante da Castiglione,
      Messere Zanobi lo guardò in volto, - sorrise e non rispose parola. Ma ecco che al Castiglione si aggiungono molti nobili giovani ed onorati cittadini, i quali con suono e sembianza, suplichevoli ripetono:
      Perdona! perdona!
      Messere Zanobi si turba e avvoltosi nel mantello tenta partirsi di chiesa. - Dall'altra parte, Alamanno dei Pazzi e Lionardo Bartolini, afferrato nelle braccia Benedetto Buondelmonti, gli usano violenza e lo traggono seco loro dicendo:
      Voi gli faceste offesa, e il cavaliere cristiano non si avvilisce umiliandosi a domandare mercede...
      Io domandare mercede!
      replica messere Benedetto - e sbuffa come toro indomato; ma tuttavolta andava, chè la coscienza in quel punto vinceva la superbia.
      Zanobi svincolandosi dalle braccia degli amici s'ingegna guadagnare le porte, quando il gonfaloniere Carduccio accompagnato dai signori gl'impedisce il cammino e con quel suo piglio autorevole lo interroga:
      Apprendeste voi questo negli Orti Oricellarii, messere Zanobi? Il vostro maestro Nicolò Machiavelli non vi narrava mai la magnanimità di Aristide?
      Nè a me sarebbe grave imitare Aristide se il mio avversario si fosse Temistocle.
      E di Temistocle non vi narrava, quando percosso da Euribiade lacedemonio rispose: Batti, ma ascolta?
      Magnifico Carduccio, non dubitate, per me non sarà messa in compromesso mai la pace dell'amatissima patria; finchè ci stanno a fronte i nemici, io sospendo ogni querela privata; remosso ogni pericolo, vi prego a non consentire ch'io rimanga il più svergognato gentiluomo che viva in tutta la cristianità.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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