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      Apriti, o terra, e cuoprimi!
      I circostanti contemplando quel profondo dolore stettero muti ed in cuor loro lo compassionavano forte. Al Foiano erano venuti meno gli argomenti, e si rimaneva genuflesso in atto di preghiera senza potere profferire una parola.
      Si apre di repente la folla: comparisce una vergine; ella non sembra cosa terrena; la fronte tiene rivolta al cielo, quasi ascoltasse una voce dall'alto; le pieghe lunghe della veste coprivano i piedi, onde pareva che il suo incesso non procedesse dal mutare di passi, bensì dal radere, volando la terra. La ghirlanda di argento intrecciata alle sue chiome nell'agitare della persona scintillava come se fosse di raggi; la sembianza pura, la dolcezza degli atti, l'apparizione improvvisa colpirono gli astanti di maraviglia. Quando la terra d'Italia produsse vergini siffatte, il Ghirlandaio e Rafaello dipinsero gli angioli, quali forse più belli non creò mai Dio nel suo paradiso: - poichè in quanto a questa ella fosse figlia di donna, non creatura celeste.
      Si accosta silenziosa a messere Zanobi, si curva alquanto e, lo toccando di lieve percossa sopra la spalla, gli mormora nelle orecchie:
      Tu giaci su l'ossa de' tuoi padri!
      - e gli accenna la domestica arme: - "uomo che devi morire, perchè serberai odio mortale? Lascia un esempio di virtù e perdona."
      Messere Zanobi, vinto da tale una forza a cui non sapeva resistere, si leva tenendo il suo sguardo fisso in quello della vergine; ella presolo per la mano a sè lo trae, avvicinandolo a messere Benedetto.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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