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      Lascia il motteggio, Cencio: papa Clemente accettava il trattato?
      Più gli aveste domandato, più vi avrebbe promesso; e meno vi manterrà: la vita di Sforza e Baccio Baglioni, con tutti gli aderenti loro; indulto ai capitani e soldati che hanno militato con voi; remissione di pene amplissima al capitano della Cornia e al conte da Scopeto; a voi le terre domandate, il vescovado per lo nipote, la figlia del duca da Camerino a Ridolfo vostro.... in somma tutto.
      E la indulgenza, Cencio, l'assoluzione?....
      Ahi l'assoluzione.... già anche questa.... e questa, non dubitate, vi manterrà... non costa nulla... Ma, signore Baglione, chi pretendereste voi d'ingannare adesso? Il papa, me, o Dio?
      Nessuno: anche le indulgenze sono buone a qualche cosa quando non costano nulla; a senno mio ben si avvisava colui che accendeva un cero al diavolo e un altro a Cristo; - giova serbarci amici dappertutto. E intorno alla sicurtà che cosa ti diss'egli papa Clemente?
      Fece sembiante di scandalezzarsi che altri movesse dubbio intorno alla sua fede... tentò arrossire.... ma, per quanto ritenesse il fiato, non venne a capo di richiamare il rossore sul volto, - sentiero oramai da tempo immemorabile disusato per lui: alla fine m'impose, che da sua parte vi offerissi per sodo rimanervi in Fiorenza co' soldati finchè non adempisse alle promesse.
      In questo modo mi metto in capo il più bel cappello di traditore che mai sia stato.
      O che vorreste v'innalzassero un statua? Voi siete curioso voi; - a me basta che non m'impicchino.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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