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      Lì presso una femmina col suo bambino al collo tanto si era ingegnata con gli urti e con le preghiere che pure alla fine giunse a cacciarsi sopra gli altri avanti; si scorgendo adesso vicino il cavallo del Ferruccio, turbata da subita paura si volge alla fuga; di sè sola curando ella dimentica il figlio; sicchè aperte le braccia lascia caderselo dal seno. Appunto in cotesto istante Zizim abbassata la groppa e posatosi su i piè di dietro spiccava una corvetta, il fanciullo gli rotola sotto; quando Zizim poserà le zampe davanti sopra la terra, troncherà la vita di cotesta creatura.... infelice! ella, baciata appena la soglia dell'esistenza, si sentirà respinto nel deserto della morte. - Gli astanti torcono altrove lo sguardo, per non vedere il momento sanguinoso; - sola la madre alza un grido, - quale non udì mai Firenze dopo quello cacciato dall'altra donna che bastò a sottrarre dalla bocca del lione il suo figliuolo Orlanduccio. - I volti dei borghesi ritornano nella prima loro attitudine - le zampe del cavallo si sono abbassate, - ma pure hanno calpestato le selce; - il capitano Ferruccio di pallido ch'egli era, riprese i suoi colori; le sue labbra sorridono adesso. - Una vergine confusa tra il popolo non fuggì, - non urlò, - non volse altrove gli sguardi; - appena contemplato il caso, si mosse, splendida e presta come stella cadente dal cielo e pose il corpo delicato tra le zampe del cavallo e il fanciullo. - Il buon destriere, meglio che per il cenno delle redini tese, di per sè stesso conobbe doversi rimanere a mezzo il suo moto; tanto si sforzò che parve per buona pezza un modello effigiato a rappresentare la immagine di statua equestre, finchè la vergine non ebbe spazio a togliergli di sotto il pargolo, quindi si slanciò brioso, - scalpitò spedito tre o quattro volte il terreno, quasi intendesse manifestare il suo giubilo.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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