Pagina (415/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quando il Savonarola predicò, egli accovacciato in guisa di cane sotto il pergamo mandava ad ora ad ora così lugubri singulti che la gente, sul primo atterrita, immaginò scaturissero dalle viscere della terra, dove le ossa degli antichi defunti tocche dalla parola potente si commovessero. La sua voce annunziava l'alba e il tramonto della libertà di Firenze. Accostandosi il tramonto, empiva la città del suo strido sinistro e spariva; - in qual parte si nascondesse era mistero per tutti; la tirannide spesso lo cercò per farne vittima, e gittò via tempo e danaro: forse, come il serpe cessa di vivere nei giorni invernali, a lui abbisognava per respirare un giorno scaldato dal sole della libertà. I fanciulli quando lo udivano profetare per la via, gli gridavano dietro: Pazzo! pazzo! - e ai gridi aggiungevano sassate e offese d'ogni maniera. Il povero Pieruccio si volgeva e in suono pietoso domandava: Perchè mi offendete? - Ma i fanciulli, tratti da naturale vaghezza a mal fare, chè in ciò mi trovo d'accordo con santo Agostino(168), non gli attendevano, anzi vieppiù lo infestavano, sicchè talvolta, la pazienza mutata in furore, ne afferrava alcuno, la mano alzava a percuoterlo, ma, vinto all'improvviso da tenerezza, lo rimandava baciandolo e benedicendolo. In Gerusalemme per avventura lo avriano adorato, - poi forse crocifisso come profeta; - a Firenze alcuni lo salutavano santo, più molti lo tenevano matto; chi avesse ragione non saprei, e chi torto nemmeno; forse dipendeva dal punto del quale lo consideravano; - certamente amava la patria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Savonarola Firenze Pazzo Pieruccio Agostino Gerusalemme Firenze