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      Quando gran parte della milizia ebbe passata la croce, ecco ad un tratto egli balza in piedi come tolto fuori di sè, porge la destra mostrando un teschio umano al popolo ed esclama:
      Meglio per voi se le vostre teste fossero come questa inaridite; - almeno qui dentro stanziano le formiche e talvolta anco le vipere, nelle vostre poi non trova luogo nè anche un pensiero. La maledizione di Dio vi ha percosso; - avete gli occhi e non vedete, avete gli orecchi e non ascoltate. Guai a te, o Fiorenza! Chi vuole intendere intenda. Ei vi fu nell'età passate un barone di contado ricco dei beni della fortuna, potente di vassalli, di famiglia avventuroso, a cui, come troppo spesso accade, i suoi vicini volevano male di morte. Ora avvenne che certa notte, sendo altrove la sua masnada, e si trovando solo nella rôcca, udisse bussare la porta; si fece al balcone e vide un pellegrino che gli domandò ospizio per Dio. Abbassa il ponte, accoglie il pellegrino e lo convita a cena. Sazii di cibo e di bevanda, - Or via, dice il barone al pellegrino, i miei occhi sono gravi di sonno; ecco, prendi la mia spada e la mia lancia e guardami la rôcca mentre ch'io dormo. - Il barone si addormentò, e quando riaperse gli occhi si sentì il corpo ricinto di funi e udì la voce del pellegrino, il quale recatosi al balcone domandava a gente di fuori del castello: - Chi andate cercando? - Il barone, - rispose il suo nemico, perchè abbiamo sete del sangue di lui. - Quanto mi date, soggiunse il pellegrino se io ve lo consegno con le mani e co' piedi legati?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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