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      Pieruccio mio, se non ti riesce tacere, almeno ti cela: le tue parole tolgono l'animo a chi ti ascolta. Se ami la patria davvero....
      E chi dunque amerei, se non amassi la patria? O patria mia! io non conosco madre, non padre, non ebbi fratelli, sposa o figliuoli... io sono solo.... e non pertanto mi fu dato un cuore che avrebbe bastato a tutti questi affetti... un tesoro di amore.... ma io non lo potei partecipare con alcuno.... nessuno volle il mio amore... non seppero che cosa farsene.... lo hanno schifato come la veste dell'uomo morto di contagio... e allora quelle linfe purissime sono divenute stagnanti... si contaminarono e presero a sgorgarmi nelle vene avvelenandomi il sangue, in verità.... in verità il mio sangue è attossicato.... Non ci credi? Togli un insetto, pommelo sopra la pelle e vedrai come rimanga ucciso dall'effluvio mortale.
      In questo punto passavano due cittadini i quali mostravano per loro bisogne incamminarsi verso la parte meridionale di Firenze. Vico, a cui premeva correre al Monte, perchè se i nemici avessero risposto con le artiglierie, ed egli non vi si fosse trovato presente, dubitava non gliene venisse taccia di viltà, li chiamò con modi cortesi e li pregò a volere essere benigni a quel misero loro concittadino accompagnandolo all'ospedale di Santa Maria Nuova; lo raccomandassero allo spedalingo in nome del capitano Ferruccio, onde ne avesse cura come suo uomo; gli avrebbe rimunerati Dio della carità che usavano verso cotesto infelice fratello.
      I cittadini sottentrando al Pieruccio lo menavano quasi sollevato da terra; al tempo stesso rivolti a Vico dicevano:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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