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      Tutto così! Donna, comunque le tue mani sieno brevi, tu puoi tenere nella tua destra Cesare, nella sinistra Napoleone, - sono poca cosa i defunti! La terra pareva non dovesse bastare il sepolcro di cotesti potenti, e adesso ti avanzerebbe il cavo della mano.. - inutile insegnamento, la terra andrà sempre ingombra di tiranni e di oppressi... - e l'anima? Oh! l'anima, domandane alla nuvola che passa, ella conosce meglio di me il regno dei venti.
      Dovevano dunque i nostri cuori soltanto rinnovare il miracolo del roveto ardente comparso a Moisè? - Vieni, sacrifichiamo all'oblio...
      O scempio, frena l'ebbrezza del pensiero! Perchè tenterai nasconderti la tua maledizione? S'inganna ella forse la coscienza? il tuo spirito vide la ghirlanda della speranza calpestata su l'alba della vita. Tu sei a contemplarti doloroso, come nel deserto di Tebe la colonna rimasta sopra la base tra le mille cadute, quasi cippo della morta città. Coscienza feroce, almeno tu mi lasciassi la lusinga di reputarmi grande! Accompagni almeno la superba nel suo inferno il nuovo Lucifero! - Ahi sventura... sventura! perchè sopravissi ai funerali del mio amore?
      In fè di Dio! chi scrisse queste pagine certo fu un giovine innamorato che cominciò per credere a tutto e finì per non credere più a nulla, come ogni giorno succede; - esclamai io leggendo le riferite diavolerie, scritte di carattere minuto nelle fodere interne di un Petronio, sul quale stamane mi aveva preso vaghezza di riscontrare la storia della matrona di Efeso.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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