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      Il Bentivoglio narra anche più osceno ed immane martirio, il quale, per non affaticare in tante miserie la mente, mi sia concesso riportare con le sue stesse parole:
     
      Da otto (e che Spagnuoli eran mi avvidiDal parlare e dal volto) un villanello
      Legato fu non senza amari gridi;
      Che, partito dal suo povero ostello,
      A vender biada e fieno iva a Fiorenza,
      Di ch'era carco un piccolo asinello.
      Quivi il misero fecer restar senzaMembro viril, che gli tagliàr di botto
      Sordi a mille miei preghi in mia presenza.
      Nè sazi fur di quel martir quegli ottoLadri, del sangue italico sì ingordi,
      Che l'arser ancor tutto col pillotto.(171)
     
      Queste cose si commettevano in nome dell'imperatore apostolico e del vicario di Cristo padre dei fedeli! Così, tra per la paura di siffatti supplizii, tra per la perdita che ogni giorno s'ingrandiva del contado, la penuria cominciava a farsi sentire in Firenze. Penuria sofferta senza mormorare dal popolo soltanto; perchè ai soldati provvedeva il comune, e i ricchi, come suole, trovavano pei loro denari, nonchè il bisognevole le delicature della vita. L'erario pubblico era stremo; i mezzi ordinarii e straordinarii non bastavano a riempirlo. Allora, non restando altro disegno per adunare pecunia, furono per partito della Signoria deputati Lionardo Bartolini e Simone Gondi, due del numero dei collegi, a cavare dalla sagrestia di Santa Reparata la mitra pontificale ricca di molte gioie, donata da papa Lione nel 1515 al collegio dei canonici. Però l'effetto non corrispose al desiderio, avvegnacchè non se ne potesse ritrarre più di scudi ottomila, e il simile avvenne della croce d'argento ch'era in San Giovanni(172). Il Giovio e l'Ammirato si sbracciano a maladire questo atto come scelleratissimo ed empio: il Giovio fu vescovo di Nocera, l'Ammirato canonico, entrambi preti; se tali non erano, avrebbero certamente saputo che dove i cittadini mettono la vita, possono anche mettere le splendidezze non chieste e nè anche desiderate dal Dio che vietò di fare orazione nelle sinagoghe in mezzo alla moltitudine degli uomini(173). Non fu cotesto savio intendimento di governo, dacchè, come dissi, l'effetto non corrispose, e il modo increbbe.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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