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      Salite ch'ebbero le mule loro Malatesta e Cencio, questi si volse più fiate a guardare il palazzo della Signoria, e le mani si ponendo su pel volto verso le tempie, si tentennava la testa.
      Che cosa è quello che tu hai Cencio?
      E' mi tasto il capo; mi pare impossibile che mi sia rimasto attaccato al collo.
      Tu dici vero! - la gru è uscita di bocca al lupo; provvederemo in séguito a non lasciarci prendere alla tagliuola: oramai questo palazzo ci accoglierà sotto ben altro aspetto. Per Dio, è tempo che questi trecconi scontino le minaccie adoperate contro di me...
      Signor Malatesta, è tempo di far senno davvero; perchè, vedete, la testa la si perde una volta sola.
     
     
      Capitano Francesco!
      chiamava a voce alta Donato Giannotti tale che così al barlume gli era parso il Ferruccio, nè s'ingannò; ond'egli pronto rispose:
      Chi mi vuole?
      Dalla parte dei signori Dieci di pace e libertà, ho qui ordini importantissimi a parteciparvi.
      Parlate: - vi ascolto.
      E' sono scritti nella lettera di commessione; - se mi accompagnate qui oltre soltanto il canto, troveremo una immagine di Madonna e al chiarore della lampada che le arde dinanzi leggeremo le istruzioni.
      Sì, bene; - andiamo.
      Giunti al luogo designato, il Giannotto si fece sotto la tettoia, e tolta la lampada dalla lanterna dette comodo al Ferruccio di leggere; questi, rotto il suggello, conobbe la commessione essere del seguente tenore:
      Francesco, tu prenderai teco tra scoppiettieri e fanti di ordinanza quattrocento, terrai ancora cento cavalleggeri e te ne andrai in Empoli; avrai nome e possanza di commessario generale, e troverai qui dentro lettera pel potestà, Albertaccio Guasconi, con la quale gli si comanda lasciarti fare e non impacciarsi ne' casi della guerra; tu attenderai a tenere sgombre le strade, a munire la terra e mantenerla nella devozione della Repubblica; userai eziandio massima diligenza a provvedere la città nostra di vettovaglie e munizioni da guerra; ci terrai ragguagliati degli accidenti che accadono in giornata, ed eseguirai la commessione che affidiamo alla tua prudenza, con quei termini che sul fatto ti pareranno migliori.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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