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      Delle cose cattive la pessima, l'uomo cambiale; arido quanto una cifra, nulla abborre, purchè possa moltiplicarsi; calcolatore di fame, di peste e di sangue, egli senza scelta comprende i tre flagelli del profeta Natan. L'anima del mercante, meglio che quella dello stoico, non ha manichi; - tu non sai da qual parte afferrarla. I nobili di sangue, fatui, se vuoi, e ridicoli e nulli, pur ti verrà fatto esaltarli con gli esempi paterni. Or via, immaginatevi un po' un gentiluomo e un mercante, entrambi accomodati nel proprio gabinetto; - entrambi se ne stanno seduti davanti al fuoco, entrambi posero sopra il camino la immagine del defunto genitore. Un infelice stretto dal bisogno ecco picchia alle porte che il Parini chiamò ardue e domanda soccorso. Il gentiluomo (mi pare udirlo) di subito dirà: - Dio l'aiuti (modo civile che significa - caschi morto di fame)! Ma il vecchio servo, nato in casa, che ha tenuto sulle ginocchia il padrone e si reputa affisso irremovibile del palazzo a un dispresso come gli arpioni della porta maestra, alzerà gli occhi al ritratto dalla parrucca impolverata, vestito di stoffa a rose, con lettera alla mano diretta alla nobilissima dama la contessa sua moglie ed esclamerà: Il conte Alamanno buona anima non rimandava mai i poveri con Dio senza l'accompagnatura di un bello scudo nuovo di zecca. E il gentiluomo guardando il ritratto, gli parrà come vederlo assentire a quella lode postuma, e cinque volte sopra dieci porrà mano alla borsa e darà lo scudo. Forse lo moverà superbia, imitazione o che altro; sarà come volete ma darà lo scudo.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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