Pagina (538/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Amore; caritą di parenti, fede di religione, - qualunque affetto taceva; - ogni potenza dell'anima legata: il pensiero della patria tiene avaramente in sč raccolto ogni altro pensiero; la gioia sospende i suoi tripudii, l'angoscia i suoi lai: rideranno o piangeranno poi; - adesso tutti alla patria, a nulla pił attendono che la patria non sia. Ludovico Martelli, siccome quegli ch'era di gentile natura e delle storie antiche non meno che nei cortesi modi cavaliereschi intendentissimo, si veggendo attorno una corona di vaghe gentildonne le quali non aborrivano le mani delicate adoperare in cotesta impresa, esclamņ:
      Voi, donne, siete le stelle della terra; se mi donassero la scelta tra il sorriso della donna mia e la corona dei Cesari, io per me direi: mi sorrida la donna. - Gią ricorda la storia un vostro fatto antico che salvņ la patria; e la storia manderą ai posteri anche questo, che certamente salverą Fiorenza...
      Deh! narrateci il fatto, cortese giovanotto, nč per ascoltarvi smetteremo il debito nostro
      , dissero a un punto le gentildonne adunate presso di lui.
      La storia č breve. Nel 1282, quando messer Giovanni da Procida ebbe ribellata la Sicilia al re Carlo, questi, avendo raccolto grosso naviglio a Napoli, mosse incontro Messina, dove postosi ad assedio, mandņ ai Messinesi comando si riponessero sotto alla sua obbedienza. I Messinesi, sprovveduti di difese, vedendo tanto sforzo di esercito, col mezzo del legato della Chiesa gli domandarono per patto: perdonasse alle ingiurie; di quanto pagavano gli antichi loro per anno al re Guglielmo si contentasse; signoria latina, non provenzale, concedesse.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Martelli Cesari Fiorenza Giovanni Procida Sicilia Carlo Napoli Messina Messinesi Messinesi Chiesa Guglielmo