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      Quant'è vero ch'io sono figliuolo di Ludovico Buonarroti cancellerò cotesta immagine: e' mi sembra uno sfregio fatto dalla morte su la faccia dei viventi; perdio! la cancellerò, dovessi sopportare la pena di violato sepolcro; no, voi non giungerete a farmi intendere cotali novelle, Carduccio...
      Ed io supplico Dio che tu non le intenda mai; forse altrimenti non saresti divino... - Adesso separiamoci: - tu viemmi con diligenza a trovare in palazzo; - colà mi esporrai più distesamente la tua commissione: per avventura ciò che a te parve repulsa, in sostanza può dirsi che non si abbia ad intender cosa tale; gli uomini spesso, e i capi degli Stati quasi sempre, e' son tali libri che bisogna intendere alla rovescia. Addio.
      Messer Carduccio, uditemi; la mia parola risponde al palpito del mio cuore; - perchè esiterei davanti a voi? Voi mi parete meno assai sconfortato di quando v'incontrai nel cimitero di Sant'Egidio. Le condizioni della patria mutarono, o le vostre?
      Il Carduccio sorridendo mostrò di non si accorgere del fiele contenuto in cotesta domanda; e pacato rispose:
      Quelle della patria: - il popolo oggi mi ha levato in isperanza; - poco prima due uomini mi tolsero dalla disperazione.
      E come si chiamano eglino questi due uomini? Io vo' conoscerli.
      Uno ben lo conosci, perchè sei tu; l'altro si chiama Francesco Ferruccio. Cristo non ci lasciò soltanto eredità di spine e di chiodi; egli ha staccato dalla croce la lancia della sua passione, la pose in mano al Ferruccio, e nel dargliela disse: Tu vincerai.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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