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      Uccelli, lacerate; - lupi, sbranate i corpi morti, senza misericordia, perchè il Signore ha scritto che nessuno dei difensori della patria morderà la polvere a cagione del ferro nemico.
      Era la voce del povero Pieruccio, - il profeta del popolo.
      Stefano Colonna, conferito prima col Malatesta il disegno, armato di zagaglia presso il bastione di San Francesco, innanzi di sboccare dalla porta di San Nicolò, si volse alla gente che gli traeva dietro e le disse queste poche parole che la storia ci ha conservate: "Valorosi soldati, io vi meno a una certa e sicurissima vittoria; fate quello che voi vedete fare a me."
      Erano cinquecento fanti: cento archibusieri e gli altri quattrocento in corsaletto armati di partigianoni e di alabarde; ai quali si aggiunse una banda della milizia del gonfalone dell'Unicorno capitanata da Alamanno de' Pazzi; sopra il corsaletto portavano tutti un camicia bianca per distinguersi dai nemici, - motivo per cui questa impresa notturna si chiamava incamiciata.
      Quanto più possono chetamente s'inoltrano; divisando Stefano Colonna incominciare l'assalto dall'alloggiamento del colonnello di Sciarra Colonna, contro il quale nudriva nimistà mortale, si apprestano a salire su pel poggio per a Santa Margherita a Montici. Alcuni più arrisicati e conoscenti del sentiero trascorrono; ecco sono giunti presso al tabernacolo delle cinque vie, dove i nemici tengono due sentinelle perdute.
      Chi viva?
      gridano entrambe.
      Viva la morte!
      Si ode una procella di colpi; un suono di usberghi percossi sul terreno; - le parole: Gesù, abbiate misericordia dell'anima mia!


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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