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      Porgetemi la vostra, congratulatevi meco; io sono contento...
      Antinori, le mie mani come le vostre appaiono intrise di sangue; - nondimeno io mi sento degno di toccare anche adesso l'ostia consacrata; - andate, uomo feroce... voi mi fate orrore.
      Il Sassatello, un'ora dopo, fu trovato seduto davanti la tavola, - tenendo con le mani a guisa di tanaglia grancito il cranio del figliuolo; - vollero allontanarlo da cotesto spettacolo; - egli era morto... aveva sul teschio reciso del figlio versato non lacrime, ma con un effluvio di sangue prorottogli dal petto - la vita.
     
     
     
     
      CAPITOLO DECIMOSETTIMO
     
      LE BALDRACCHE
     
      Direte non lasciar la patria noi,
      Perchè madri con noi Terranno e figli?
      Ma il terren, le onde, gli alberi, le rupiCare dagli anni primi, e in cui la scorsa
      Pur si rivive età, ma quelle pianteChe a un dio, ad un eroe, a un dolce oggetto
      Dei nostri affetti consecrar ci piacque,
      Dite, verran? Dei nostri padri l'ossa.
      Che a questa terra in sen dormon tranquille,
      Sorgeran per seguirci?
     
      ARMINIO, tragedia.
     
      Donato Giannotti, scrivendo la vita di Francesco Mariotto Ferruccio, così concludeva: "uomo memorabile e degno di essere celebrato da tutti quelli che hanno in odio la tirannide e sono amici della patria loro, come fu egli, che, oltre a tante fatiche e disagi sopportati, messe finalmente per quella la propria vita."
      Celebriamo dunque Francesco Ferruccio; egli nacque di antica famiglia, tra quelle del secondo popolo, la quale tenne la dignità del gonfalonierato quattro volte: la prima nel 1299; priori n'ebbe venti tra il 1299 e il 1512, e fu la virtù ereditaria tra i suoi.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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